Ohayo
minna-san! Quest’oggi, come (spero) molti di voi ricorderanno è una data molto
importante perché, oltre ad essere il compleanno di Mozart, è la Giornata della
Memoria. Quindi, vorrei dedicare questo 27 gennaio 2019 ad una delle più
importanti figure che rappresentano ciò che la seconda guerra mondiale, ma
soprattutto, “la caccia all’ebreo” sono state. In due parole: Anne Frank. Andrò
a farlo recensendo, come avrete potuto capire dal titolo, la Grafic Novel,
creata da Ari Folman e David Polonsky dedicata a lei ed al suo diario e
raccontando cosa lei ha rappresentato e rappresenta tutt’ora per me.
“spero di poterti confidare tutto, come non ho mai
potuto fare con nessuno, e spero che mi sarai di grande sostegno”
Anne
Frank 12/06/1942
Cosa succede
quando vorresti urlare a tutti ciò che pensi e ciò che sei ma nessuno è in
grado (o non ha intenzione) di ascoltarti davvero? A chi andresti a raccontare
tutto ciò che passa per la testa senza peli sulla lingua? A qualcuno di immaginario che sai che non
potrebbe mai rivelare i tuoi pensieri a qualcun altro. Un diario, ad esempio,
proprio come quello che Anne aveva ricevuto in regalo dall’amato padre per il
suo dodicesimo compleanno. Abbiamo letto e riletto, o
almeno, sentito e risentito parlare di questo fantomatico diario che, se per
Anne era una valvola di sfogo ma anche un posto dove poter scrivere pensieri e
riflessioni, ora funge da reperto storico per aiutarci ad immedesimarci in ciò
che lei ha vissuto, a sentire la sua paura e quella suoi sei coinquilini di
essere scoperti. Ci ha portato all’interno dell’alloggio segreto facendoci
assistere al silenzio del giorno ed alle litigate della sera per poi andare a
dormire con le bombe che si sentivano in lontananza. Ad un certo punto però
quelle parole non sono più bastate: serviva qualcosa che riuscisse a
catapultarci nell’Alloggio Segreto meglio della sola immaginazione. E cosa c’è
di meglio di un insieme di immagini e colori per farlo?
Ecco che entra in gioco questa Graphic Novel. Pur non riportando tutte
le pagine di diario riesce a rendere perfettamente ciò che vi è scritto: i toni
di colore cambiano nel modo e nel momento giusto, i personaggi rappresentano
perfettamente quelli originali ed i temi trattati spaziano senza risultare
troppo noiosi. Seppure in quest’opera vengano delineate e disegnate solo le
pagine di diario, quindi sono quasi assenti i baloon e le conversazioni, non
risultano troppo pesanti, anzi, si leggono che è una meraviglia. Certo, quando
l’ho acquistata mi aspettavo un vero e proprio fumetto, ma la sorpresa non mi
ha delusa affatto. Ve la consiglio vivamente, sia che vogliate iniziare ad
approcciarvi al diario di questa brillante ragazza sia che (come la
sottoscritta) abbiate già letto quest’ultimo. Inoltre, la
consiglio anche per far approcciare soprattutto i bambini delle elementari (e
non come a volte si fa facendo vedere loro film parecchio pesanti e traumatici
per la loro età, sappiate che li state solo traumatizzando così -.-).
Per me Anne
è stata una figura molto importante, sia nella mia infanzia che nella
preadolescenza, una sorta di senpai, ecco ^.^ Le scrissi diverse lettere sotto
forma di diario, mi capitava spesso di “confidarmi” con lei. Inoltre, partendo
dalla sua storia, sono arrivata a conoscere e ad interessarmi alla seconda
guerra e, soprattutto, ai campi di concentramento e tutto ciò che li riguardava
(non avevo niente di meglio da fare a nove anni, povera creaturina).
Uno dei
miei sogni più grandi è sempre stato quello di visitare l’Alloggio ed Auschwitz
per vedere tutto con i miei occhi. Internet e le immagini non bastano mai.
Anche per
oggi abbiamo finito! Voi come vi sentite riguardo ad Anne o, comunque,
all’argomento trattato oggi? Fatemelo sapere sui social riportati qui sotto o
per messaggio qui sul blog, sono davvero curiosa di leggere tutte le vostre
riflessioni!
Vi
ricordo infine che per qualsiasi tipo di collaborazione potete tranquillamente
inviarmi una mail a virginiaraino@icloud.com
oppure un messaggio sui miei social.
Alla prossima!
Sue
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