Interview Time: PocciPocetta

Ciao a tutti!
Quest'oggi voglio proporvi un'intervista realizzata con la partecipazione di un'artista e fumettista tutta italiana: PocciPocetta! Quindi, sedevi comodi, scollegate la mente dai tristi pensieri e buona lettura!
  1. Iniziamo con le solite domande di rito: come sei arrivata a conoscenza del mondo del fumetto e chi sono i tuoi autori/rici ed opere preferiti/e? Sin da quando ero bambina, ho sempre amato raccontare qualcosa tramite il disegno, anche da prima di iniziare a leggere regolarmente fumetti. Ricordo che quando facevo le elementari, da un singolo disegno su un foglio di quaderno, inventavo nelle pagine seguenti delle scene con quello stesso personaggio, creando una sorta di storia… ovviamente molto rudimentale, ahah! Incominciai a leggere fumetti col mensile di Minnie, ma la folgorazione la ebbi alle medie, quando conobbi i manga, e da allora ho iniziato a capire cosa mi piaceva fare davvero. Alla Scuola di Comics poi mi innamorai dello stile di disegno di Barbucci, Ramos, Bachalo, e infine il colpo di fulmine definitivo me l’ha dato colei che, tra tanti altri professionisti, tutt’ora rimane la mia artista preferita: Mirka Andolfo.
  2. Tempo fa, spulciando tra le tue storie di Instagram, ho notato che uno dei titoli che ti ha influenzata di più è stato Il Giocattolo dei Bambini di Miho Obana (da noi meglio conosciuto come Rossana). Al giorno d'oggi c'è ancora qualcosa che lega te e le tue opere a questo titolo o ormai te ne sei scostata del tutto?   Il Giocattolo dei Bambini è ancora oggi uno dei miei fumetti preferiti in assoluto (anche se con gli anni ho capito non essere esente da difettucci, che non ne minano la bellezza però). Fu esattamente il primo manga che lessi alle medie come accennavo nella risposta precedente, che mi mostrò come fosse raccontare una storia profonda tramite il disegno. Tutt’ora credo che per me sia rimasto una fonte d’ispirazione nello storytelling: il modo in cui l’autrice è stata capace di raccontare attraverso tavole leggere, una comicità scoppiettante e un disegno espressivo temi pesanti e maturi è ancora una delle mie aspirazioni come fumettista. Inoltre adoro le storie in cui i personaggi sono umani e sfaccettati, caratterizzati a fondo e che ti entrano nel cuore. E trovo che Kodocha mi abbia mostrato sin da bambina che ciò si può fare quando un’autrice è una maestra come la Obana. Spero un giorno di essere capace di raccontare questo come lei!
  3. Nonostante, per ora, tu abbia pubblicato solo HI/LO, sappiamo che hai ben altri due storie in cantiere! Dalla tua prima pubblicazione ad oggi, credi che il tuo percorso, il tuo modo di percepire e creare sia cambiato?  Credo tu parli di Starduster e Algorithm! :D mi piacerebbe tantissimo poter avere l’occasione di raccontare almeno una delle due storie in futuro, eheh! Sì, penso che dopo Hi/Lo, la mia visione di come creare una storia sia effettivamente cambiata, e rivedendolo nella sua interezza ci sono cose che ridisegnerei diversamente ora… intendo come storytelling più che come tecnica di disegno (quello sarebbe scontato, ogni disegnatore rifarebbe la sua opera passata, rivedendola! :D). Personalmente non mi piace disegnare sempre le stesse cose, nonostante anche io abbia una comfort zone. Per quanto ad esempio Algorithm mantiene un target e uno stile di narrazione più vicino ad Hi/Lo, ha un’ambientazione completamente diversa, dei protagonisti con caratteristiche lontanissime da Noelle, Kai e gli altri, e una storia più d’azione e dai temi più dark. Starduster invece è ancora più distante da Hi/Lo… direi che non c’entra nulla, quasi! Ecco, tutto ciò nasce dalla mia voglia di mettermi alla prova disegnando cose nuove. Questo mi elettrizza e mi dà una carica assurda, e devo tutto all’esperienza vissuta con Hi/Lo.
  4. Tra tutti i personaggi, noti o meno che siano, che hai creato, ch è colui o colei che senti più affine a te? Chi invece proprio non riesci a sopportare? Che bella questa domanda! Chi sento più affine… penso che in ognuno dei personaggi che creo ci sia un pezzettino di me, e non è un modo di dire. A parte Evangeline di Hi/Lo, che credo sia stata la più distante e per questo interessante da disegnare. L’insopportabile non posso dirlo! Sarebbe uno di Algorithm e semmai un giorno lo leggeste, vi potrei condizionare, ahah! :D Ritornando al più affine di tutti, penso sia Rena, sempre da Algorithm, per il suo modo di vedere le cose che era anche il mio anni fa.
  5. Una delle fumettiste con le quali  hai lavorato è stata Mirka Andolfo per la realizzazione di uno dei volumi "extra" della sua storia Sacro/Profano. Ti va di raccontare questa tua esperienza e che cosa ti ha lasciato?    Che dire, un onore enorme. Ancora adesso penso sia stata un’esperienza unica. Quante volte può capitare che la tua artista preferita ti chieda di disegnare un episodio della sua serie? La serie che ti ha spinta a iniziare ciò che è poi diventata la tua prima serie a fumetti, per giunta! Mentre disegnavo Sacro/Profano tenevo a mente questo e ero ancora più felice di realizzarne le tavole (oltre che in MEGA ansia perché avevo paura di deludere i fan dell’opera!), e penso che è stato un altro sogno realizzato. Spero sia piaciuto anche a chi ha letto il volume!
  6. Dopo la di HI/LO , per chiudere il tutto in bellezza, hai deciso di realizzare una sorta di artbook/zine. Da dove è nato questo "bisogno" e come è stato accolto dai tuoi seguaci?mbini di Miho Obana (da noi meglio conosciuto come Rossana). Al giorno d'oggi c'è ancora qualcosa che lega te e le tue opere a questo titolo o ormai te ne sei scostata del tutto?  Decisi di realizzare l’artbook High + Low assolutamente per gioco: io adoro le illustrazioni un po’ pop che richiamano i servizi fotografici degli stilisti (tipo quelle di Diana Volonskaya, di Anna Cattish o della Ai Yazawa), e iniziai a farne varie con i personaggi di Hi/Lo. La mia amica e collega Liana Recchione mi ha suggerito di farne un artbook, e dato che volevo provare prima o poi la strada dell’autoproduzione, man mano mi sono fatta convincere e l’ho realizzato come una rivista di moda. Notavo però che anche dopo aver finito la serie principale, i lettori di Hi/Lo desideravano leggere ancora dei personaggi, e il loro incredibile affetto mi ha spinta a scrivere un episodio sequel, Aftermath, che ho inserito nel cuore dell’artbook. Mi sono divertita tantissimo, ho disegnato davvero col cuore colmo di gratitudine. E ancora col cuore ringrazio ogni giorno chi ancora mi sostiene con tantissimo affetto. GRAZIE!

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